Il territorio

Palazzo Costabili e la sua Sala del Tesoro

Palazzo Costabili, noto anche come di Ludovico il Moro, ancora oggi testimonia la grandezza della Ferrara cinquecentesca

Il Palazzo di Ludovico Sforza detto il Moro, Duca di Milano, è un edificio cinquecentesco a lui ingiustamente attribuito, in quanto appartenne ad Antonio Costabili, suo segretario e personalità di punta della corta del Duca Ercole I d’Este.

Progettato dall’architetto Biagio Rossetti, personaggio luminare per l’architettura ferrarese del Rinascimento, il palazzo vide all’opera numerosi scalpellini e pittori di qualità del XVI secolo tra cui il Garofalo.

Iniziato nel 1500, l’edificio si trovo ad essere abbandonato solo pochi anni dopo (1504), rimanendo incompiuto: ancora oggi, però, si presenta con un cortile d’onore di qualità, completato solo su due lati ma ornato da un doppio loggiato riccamente decorato in pietra bianca, forse per mano di Gabriele Frisoni, che realizzò anche la scalinata di accesso al piano nobile.

La Sala del Tesoro e i suoi affreschi

Tra le bellezze conservate all’interno di questo Palazzo merita di essere citata la sala affrescata nota come Aula Costabiliana o Sala del Tesoro, situata nel portico meridionale, i cui affreschi sono attribuiti al Garofalo: è nella volta che, con audace prospettiva da sotto in su, vengono raffigurate le scene della vita di corte, di chiara ispirazione mantegnesca: da una balconata rettangolare si affacciano una trentina di personaggi assorti in lieti conversari e muniti di strumenti musicali.

Purtroppo nel corso dei secoli il Palazzo subì numerosi danni causati dal susseguirsi di proprietari diversi che frazionarono e modificarono l’impianto dell’edificio: bisognerà attendere il 1930 per vedere il Palazzo di Ludovico il Moro posto sotto la protezione statale in quanto sede del materiale archeologico proveniente dalla necropoli di Spina; nel 1935 sarà inaugurato il Museo Archeologico Nazionale.

Ancora oggi il Museo Archeologico Nazionale conserva ed espone le testimonianze archeologiche rinvenute nella provincia di Ferrara, tra il VI e il III secolo a.C., rappresentando uno dei centri focali e documentari della Regione.

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